L’emergenza sanitaria emersa a causa del Covid-19 tocca infiniti aspetta della nostra vita quotidiana, inclusa la realizzazione dell’assemblea condominiale in video conferenza.

L’assemblea condominiale è stata vietata nei Decreti emanati dal governo Conte a partire dal 4 marzo scorso. L’unico scopo era di evitare il contagio attraverso un chiaro esempio di assembramento. Poi, in data 13 marzo, la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha sancito che l’assemblea condominiale si può svolgere in video conferenza “assicurando comunque il rispetto della normativa in materia di convocazioni e delibere”.

Quest’ultima regola però è difficilmente applicabile, non vi è infatti alcuna norma che abiliti ad utilizzare tale strumento, ma anzi vi sono varie disposizioni che ne ostacolano l’utilizzo.

Anche il riferimento per analogia alle disposizioni codicistiche in materia di assemblee societarie è risultato poco utile, in quanto lo svolgimento delle stesse in videoconferenza o con modalità analoghe è consentito soltanto ove previsto dallo statuto (art. 2370 c.c.). Quindi, nel caso del condominio, sarebbe necessaria una analoga disposizione contenuta nel regolamento condominiale.

Una disposizione del genere, nel regolamento però potrebbe essere conflittuale con il codice civile negli articoli che regolano convocazione e svolgimento dell’assemblea, facendoci tornare quindi al punto iniziale.

Molti amministratori pertanto hanno utilizzato e continuano ad utilizzare tale strumento rischiando di vedersi annullare le delibere assunte, nella speranza che il legislatore, oltre che scrivere un trafiletto nelle faq del Ministero degli Interni, apporti modifiche anche la normativa, permettendo di applicare uno strumento che porterebbe ad una rivoluzione dei rapporti tra condomini ed amministratore.

Cosa serve per un’ assemblea di condominio in video conferenza?

Innanzitutto è necessario un dispositivo che permetta di collegarsi da remoto: che sia un PC, uno smartphone oppure un tablet poco importa, basta che abbia la possibilità di collegarsi ad internet. Poi serve una connessione ad internet, che sia in wi-fi oppure a consumo, non fa differenza. Ma soprattutto serve una dimestichezza, anche non approfondita, di tali strumenti. Lo scopo è di avere dei partecipanti all’assemblea che siano consapevoli e minimamente indipendenti.

È forse questo lo scoglio più grande visto il grado di alfabetizzazione informatica che quasi esclude qualche fascia di età. Infine serve una piattaforma.

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Anziano con telefono Photo by Adam Nieścioruk on Unsplash

La piattaforma per l’assemblea in video conferenza

La piattaforma consente, quasi figurativamente, a delle persone di connettersi allo stesso tempo, nello stesso luogo virtuale, e -volendo- vedersi nel farlo.

L’assemblea in video conferenza può svolgersi su diverse piattaforme: le più diffuse sono indubbiamente Zoom e Skype, entrambe gratuite, la seconda fa parte del pacchetto Office di Microsoft. Diffusa quanto il browser Chrome, anche se meno usata, è Google Meet, perché fa parte della suite di Google. Diffusa quanto Facebook, ma certamente recentissima è la piattaforma di Facebook. Le piattaforme sono usatissime in svariati ambiti, per lo più aziendali e professionali sono tutte ugualmente sicure e affidabili.

E se cadesse la connessione?

Questa è una delle più grandi difficoltà da affrontare. L’assemblea di condominio in video conferenza fonda la sua realizzazione su una connessione stabile. Se dovesse saltare la connessione in modo saltuario e singolo, basterebbe aspettare che il Condomino si ricolleghi. Se fosse una esperienza diffusa e reiterata si dovrebbe sciogliere l’assemblea, senza registrare nessun effetto giuridico, e spetterebbe all’Amministratore poi riconvocarla con le stesse modalità.

Si potrebbe anche presentare il caso in cui un Condomino, la cui connessione fosse venuta meno, e non fosse riuscito a ricollegarsi e quindi a votare, impugnasse la delibera (art. 1137 c.c.).

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Sala riunioni vuota: Photo by Adrien Olichon on Unsplash

I punti fermi

Ci sono dei punti fermi da tenere sempre presenti, delle regole precise da continuare a seguire anche nell’eventualità della modalità da remoto, linee guida che l’assemblea condominiale dovrebbe approvare come primo punto all’ordine del giorno. 

L’amministratore deve permettere a tutti i condomini di partecipare in video conferenza.

L’assemblea deve essere convocata in un luogo fisico, indicato in sede di convocazione.

Nell’avviso l’amministratore deve ricordare la possibilità di partecipazione in videoconferenza.

La video conferenza non deve creare disparità di trattamento tra condomini: ad esempio L’Amministratore deve informare tutti i condomini, ricordiamo che la giurisprudenze ha confermato che l’ e-mail è un mezzo valido e per estensione anche messaggi di testo e whatsapp. Ma soprattutto tutti devono avere accesso alla connessione internet finché non sarà possibile garantire un’alternativa per la riunione fisica causa corona virus.

La verbalizzazione deve avvenire come in presenza, quindi con interventi e voti registrati.

In conclusione, questi tempi nuovi e queste nuove sfide mettono alla prova anche un evento comune come l’assemblea di condominio, dobbiamo appellarci come sempre al buon senso e alla buona volta dei condòmini che non solo apriranno la strada alle nuove – e necessarie- modalità di riunione, ma anche alla casistica della nuova giurisprudenza che da lì nascerà. 

Fonte: Corriere.it